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Un nuovo modo per riprendere la tua vita in mano ed una consapevolezza di te stesso

Giusy Ruggiero

Psicologa clinica,

Criminologa, 

Counselor ad orientamento analitico transazionale

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La Coppia

2023-12-05 11:14

Dott.ssa Giusy Ruggiero

La Coppia

Con il termine coppia pensiamo cioè associamo una relazione, ovvero la formazione di convivenza di due personalità distinte....

 

Con il termine coppia pensiamo cioè associamo una relazione, ovvero la formazione di convivenza di due personalità distinte e che man mano crescono e la loro relazione evolve, quindi è chiaro che non è qualcosa di statico, ma un processo ove la coppia attraversa diverse fasi, dove la sua dinamicità è unica, cioè ogni coppia è qualcosa di unico, qualcosa che si sviluppa attraverso intimi accordi, alcuni taciti, consapevoli ed inconsapevoli, iniziando dall’innamoramento, la condivisione di progetti di vita, alla convivenza ed eventuale nascita di figli, ma qualche volta durante questo percorso..processo, avvengono cambiamenti e questo comporta la costruzione o rivisitazione di nuovi equilibri, riformulando nuovi obbiettivi di vita comuni. Pensiamo quando avviene la nascita di un figlio, comporta un cambiamento, come anche la semplice convivenza, basti pensare che i cambiamenti avvengono spesso nella vita di ognuno di noi e non sempre siamo pronti ad accoglierli in automatico e spesso superandoli ne consegue un evolversi, oppure è opportuno che avvenga il cambiamento per fronteggiare ciò che sta avvenendo in quel dato periodo della vita, quindi è chiaro che spesso in una coppia la formulazione di nuovi obbiettivi comuni non avviene automaticamente ed indolore, di conseguenza ci si trova a vivere la crisi della coppia che frequentemente è dovuta dalla difficoltà nella relazione stessa di rimanere bloccati e rivivere giornalmente la non funzionalità della comunicazione o degli obbiettivi che sembrano avere due realtà differenti, quindi uno stallo che non consente di attuare quel cambiamento che può portare la relazione ad evolversi in maniera differente, comportando il normale processo di cambiamento della coppia, ovvero la flessibilità a nuovi obbiettivi comuni. Quindi rimanendo in questo impasse la coppia sperimenta delusione, frustrazione, rancore, distanza emotiva e distanza di pensiero, di percorso e di comportamento, inoltre una sensazione di solitudine ed assenza, che genera sfiducia e mancanza di visione nel percorrere ancora un percorso di vita in comune, così da pensare che non c’è più un noi. Ma è anche vero che la crisi di coppia può assumere un significato evolutivo, di crescita, cioè nel superare la crisi avviene lo sviluppo dei singoli individui e/o del sistema di coppia. Individuare le reciproche posizioni, cosa e come lo comunichiamo, così come gli aspetti difensivi che attuiamo, può essere fondamentale ed un passo per avviare la ricerca di nuovi basi di una relazione condivisa e perché no…….anche non necessariamente di coppia. Inoltre è importante comprendere anche l’aspetto di quante coppie si sentono frustrate poiché evidenziano tutto quello che hanno messo in campo per cercare di salvare la loro relazione, ed è vero che hanno attuato ogni cosa in loro potere, ma appunto si riferiva alle loro possibilità conosciute, un riprodurre modalità che continuano a riportare sempre lo stesso risultato, ovvero se pur si mettono di impegno il risultato non cambia, questo comporta ad accrescere quella sensazione di frustrazione e di impotenza a poter cambiare quella posizione di stallo, così da percepire che non c’è risoluzione. Quindi non si riesce a vedere che la relazione ha bisogno di mutare, di cambiare modalità comunicative, ma prima di farlo bisogna vedere, osservare la comunicazione attuale, ovvero rendersi consapevoli ed attuare poi un cambiamento in quelle comunicazioni disfunzionali, pensieri e comportamenti che fino a quel momento non permettono l’evolversi della coppia in un periodo della loro vita che ha bisogno di attuare un cambiamento. Molto spesso durante le sedute di terapia, la persona afferma che è tutta colpa del partner, allora rimando chiedendo se veramente tutta colpa sua? Di conseguenza inizia un lavoro di riflessione su se stessi ed emerge che la questione è complessa e che le motivazioni e le cause sono varie, comprendendo che la relazione in se ha delle fasi ed un evolversi, ovvero che nelle fasi iniziali di una relazione gli individui tendono a voler dare il meglio di loro, far si che risultino positivi, gli aspetti più accettabili di loro stessi, così se tra loro nasce un innamoramento ognuno tende a vedere l’altro ancor più bello e apprezzabile, idealizzandolo. Tuttavia, poi, altri aspetti della personalità emergeranno e alla fase iniziale dell’innamoramento, in cui il partner è visto splendente o perfetto per noi, subentrano fasi meno brillanti in cui si prende coscienza anche dei suoi limiti e dei suoi lati meno lucenti. È qui che nascono le prime incomprensioni, le prime delusioni, i primi conflitti che poi, se manca una reciproca capacità di comunicare, purtroppo spesso, se non sempre manca, inevitabilmente vanno ad accentuarsi fino a portare alla crisi. C’è da dire che le modalità di affrontare questi problemi variano da persona a persona: alcuni tendono a nascondere il disaccordo, inscenando una rappresentazione di armonia tutt’altro che veritiera, oppure si rassegnano a convivere con le tendenze distruttive, alternando fasi di litigiosità a fasi di relativa quiete. Altri, arrivando ad un livello differente, decidono di cessare la relazione per cercare un’altra persona che gli faccia riprovare o l’ebbrezza dell’innamoramento, oppure come spesso sento dire, che finalmente sia quella giusta. Se in passato prevaleva da parte delle persone una sorta di tendenza a rassegnarsi e di conflittualità sottesa, oggi sta sempre più affermandosi una modalità volta alla separazione e ricerca di un nuovo partner. Tuttavia, per quanto intensa possa essere la fase di innamoramento, per quanto giusto possa apparirci il nuovo partner, prima o poi si manifesteranno anche i suoi limiti e aspetti non manifesti, rinascerà il conflitto e saremo di nuovo punto a capo. La realtà è che tutti i modi sottolineati di affrontare la questione non sono adeguati: non va bene ignorare o sopportare il problema, perché vuol dire rinunciare a quanto di più bello una relazione di coppia può offrire, e non è funzionale neanche intraprendere una storia per poi passarne ad un’altra e così via, all’eterna ricerca del partner ideale, poiché non esistono persone che riflettono le nostre aspettative o persone perfette, ognuno ha in sé aspetti negativi, positivi o lati che per noi sono incomprensibili, che di conseguenza piano piano emergono e divengono visibili ai nostri occhi. La relazione sentimentale non ha solo lo scopo di far stare bene i due partner, ma è anche e soprattutto il luogo in cui ognuno dei due desidera colmare il proprio senso di incompletezza ed appagare quel senso di solitudine. Il dare se stesso all’altro non può che essere preliminare e senza condizioni. Oggi andiamo verso un’epoca ove il legame di coppia può solo diventare una via di consapevolezza, all’insegna del reciproco rispetto. Diversamente, non ha ragione di esistere. Per mantenere il legame bisogna imparare allora a costruire nuove forme di contatto per far dialogare le due diversità. La costruzione dell’identità dei singoli all’interno di un legame d’amore deve diventare tutt’uno con la responsabilità della costruzione di questo dialogo. Quindi possiamo dire che oggi la terapia di coppia può essere un’alternativa che abbiamo a disposizione per apprendere una consapevolezza come comunichiamo e ci ascoltiamo e di conseguenza un cambiamento nella nostra comunicazione ed ascolto, anche perché dovremmo chiederci se noi realmente ascoltiamo l’altro e se realmente stiamo comunicando i nostri bisogni in maniera funzionale, inoltre potremmo pensare che una comunicazione funzionale è l’acquisizione ad una competenza nel dialogare che favorisce il rinforzo delle fondamenta della relazione, cioè la capacità della coppia di flettersi verso l’altro, scorrere verso la diversità. Infine sarà normale pensare quanto sia faticoso e perché dover affrontare una fatica del genere, il punto è che nessuno c’è l’ho impone, ma bisogna comprendere che si può e quando si vuole è diverso. Ricordiamoci che ognuno di noi è un essere in continua evoluzione, per cui è normale ritrovarsi in un momento della vita a dover cambiare per andare oltre, proprio perché può capitare di incontrare una situazione che ci porta necessariamente a doverci modificare, visto che è l’unico mezzo per raggiungere il benessere, ma il cambiamento non è qualcosa che arriva dall’alto, cioè che ci cade addosso come per magia, ma richiede impegno, presa decisionale e motivazione, cioè deve soddisfare delle condizioni perché avvenga, quindi ci vuole riconoscimento ed accettazione, non dimentichiamoci che, come sottolineato da Carl Rogers, solo se mi accetto come sono posso cambiare, di conseguenza solo se mi sento accettato sono disposto, cioè invogliato, a cambiare, ossia, vorrei evidenziare che nelle relazioni di coppia questo vuol dire che è necessario riconoscere ed accettare così com’è la persona che si ha accanto, senza pretendere che sia diversa, andando piuttosto ad instaurare un rapporto verso sentimenti positivi, soprattutto di accoglienza e non dimentichiamoci che per noi è quasi naturale portare il partner verso di noi, cioè più simile a se stessi, poiché noi siamo ciò che conosciamo, ciò che ci fa sentire bene. Quindi questi cosiddetti “sentimenti positivi”, è quello che accade anche durante una terapia, dove pur essendo una relazione di livello professionale lo psicologo sviluppa appunto tali sentimenti “positivi” nei confronti di chi viene seguito, cioè, interesse, riconoscimento, accettazione, accoglienza, compassione, ascolto e ovviamente affetto, senza i quali difficilmente potrebbe entrare pienamente nel suo mondo e sostenerlo nel suo percorso di miglioramento e benessere. È chiaro che è quello che deve accadere nei rapporti di coppia, dove il sentimento positivo, l’amore in questa circostanza, poi l’accettazione verso l’altro, dovrebbero essere alla base di tutto.   

Dott.ssa Giusy Ruggiero