Erich Fromm sottolinea che l'individuo ha una dis-abitudine alle emozioni, di conseguenza abbiamo ridotto le nostre vite a non conoscerle/comprenderle e non gestirle. Secondo Fromm la causa è anche della nostra incapacità di amare, e di costruire relazioni stabili nel tempo, in un lungo tempo d'amore. Infatti dice che:
"Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d'amare"....
Ma essere soli vuol dire imparare a conoscersi. Cioè fare i conti con le proprie disarmonie, con le ombre, con i lati peggiori, con la conoscenza di cosa proviamo, con le aperture e le risorse inaspettate, che costano fatica. È chiaro che la capacità di stare soli è la capacità di sapersi guardare, sentire ed ascoltare, la capacità anche di amarsi, darsi il permesso di volersi bene, di guardare ciò che siamo ed apprezzarsi, riconoscersi nelle proprie ombre o disarmonie ed accettarle visto che la nostra completezza è anche in quei lati che noi definiamo peggiori, ossia noi siamo in tutte le nostre sfumature..
Ma chi, oggi, ha la forza e la volontà, e l'educazione mentale di ascoltare se stesso, i propri desideri, ma soprattutto la capacità di essere e di dare? Senza questi aspetti, non si va lontani.
Eppure ogni cosa è lì, nella conoscenza di sé, nella libertà della nostra psiche.
Quindi per poter amare dobbiamo prima conoscerci e riconoscerci, così da amarci e poi….per poter amare.
Dott.ssa Giusy Ruggiero